Limone meccanico – Leonardo Alfeo

Con Limone meccanico, Leonardo Alfeo trascina il lettore in una sorta di viaggio nel demenziale seguendo una rotta tracciata dall’inesauribile flusso di pensiero del protagonista, Carlo. Carlo, squattrinato ragazzo del sud,  vive con la madre e si muove in una Bari rarefatta, modellata nell’abbandono, da cui emergono comprimari a gogo, meteore che, con pochi tratti e battute, si trasformano ben presto in personaggi verosimili animati da precise conflittualità. L’autore istiga alla risata senza falsi pudori, inanellando gag senza sosta per tutto il narrato, ma nonostante l’impronta ricalchi una scoppiettante vena di assurdità che si acuisce quando Carlo si improvvisa investigatore, nel romanzo non mancano riferimenti alla vita vera disseminati con spensieratezza unica. Modi di dire restituiti alla quotidianità con disarmante semplicità, momenti del vissuto cittadino e nazionale tessuti con lapidaria ironia, vicende crude trasformate in episodi esilaranti. Una lettura che prende dall’inizio alla fine, rendendo il lettore partecipe di un pulsante conflitto tra fantasia e verità che si risolve nell’illusione di rivelazioni a volte grottesche che, come a accade fin troppo spesso, nascondono un’acre realtà.

Pag: 130
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